Per core-biopsy (biopsia ecoguidata) di una lesione della mammella si intente il prelievo con un ago monouso di calibro medio (circa 1,5 mm) di più frustoli di tessuto della stessa lesione. Questa procedura ha due finalità: identificare lesioni francamente benigne o francamente maligne, prevenendo quindi ritardi diagnostici e impedendo, nel caso di lesioni benigne, procedure invasive (come biopsie a cielo aperto) o interventi inutili.

La procedura si esegue sotto guida ecografica. Ciò consente una alta precisione del prelievo, e di effettuare un esame istologico che determina la diagnosi e permette una pianificazione precisa dei successivi trattamenti da adottare. 

Il prelievo si effettua con la paziente distesa sul lettino. Dopo avere localizzato il nodulo da bioptizzare, si disinfetta la cute, si pratica una anestesia locale e si incide la pelle con una lama da bisturi numero 11. A questo punto si introduce l’ago da biopsia verificando, attraverso la guida ecografica, prima il raggiungimento della lesione e successivamente il corretto posizionamento della punta dell’ago all’interno della neoformazione. I prelievi avvengono mediante un meccanismo a molla di cui è dotato l’ago. Normalmente, per avere una diagnosi certa ne occorrono da 4 a 8. 

Terminata la procedura non è necessario applicare punti di sutura sulla piccola breccia cutanea. Sulla stessa però va posta una medicazione compressiva. La paziente resta in osservazione per circa un’ora, dopodiché può essere congedata e tornare alle normali attività quotidiane.

Il risultato dell’esame istologico viene di solito classificato in 5 categorie definite BI-RADS:

B1) Esame non conclusivo, in questo caso il materiale prelevato non è evidentemente sufficiente o idoneo a raggiungere una diagnosi. 

B2) Lesione mammaria benigna con probabilità di malignità <2%. 

B3) Lesione mammaria dubbia con probabilità di malignità bassa. 

B4) Lesione mammaria sospetta con probabilità di malignità tra l’80 e il 95%. 

B5) Lesione mammaria con probabilità di malignità del 99%. 

Avere una diagnosi certa, correlata anche alle caratteristiche biologiche del tumore in caso di lesione maligna, consente ad una équipe multidisciplinare (chirurgo-oncologo-radioterapista) di programmare il trattamento più idoneo per la paziente con il conseguente miglioramento della prognosi della malattia.