La patologie a carico del cuore e del sistema circolatorio costituiscono la prima causa di morte a livello mondiale e l’Italia rientra perfettamente in questo trend. Nel nostro Paese, nel 2015 i decessi causati da malattie cardiovascolari sono stati 239.527, cioè il 37% del totale di tutti i decessi, con una crescita dell’8,8% rispetto all’anno precedente (fonte: The European House-Ambrosetti su dati Istat 2018).
Come ribadito da tutte le principali istituzioni sanitarie, nonché dalle Società scientifiche di tutto il mondo, quasi sempre sotto accusa ci sono gli stili di vista scorretti. Cambiare alcune abitudini nocive, come fumare o assumere cibi troppo grassi, potrebbe ridurre drasticamente l’incidenza delle patologie cardiovascolari.
Cosa sono le malattie cardiovascolari
Nella comune definizione, per malattie cardiovascolari si intende l’insieme delle patologie che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni. Le più frequenti sono quelle di origine aterosclerotica, in particolare le malattie ischemiche del cuore, come l’infarto acuto del miocardio, l’angina pectoris, le cardiomiopatie, l’insufficienza cardiaca, le aritmie, le malattie cerebrovascolari, tra cui l’ictus ischemico ed emorragico.
Alla base di queste patologie, sovente c’è un problema di aterosclerosi, che si verifica quando le pareti interne delle arterie si ispessiscono a causa dell’accumulo di lipidi e colesterolo. Questo processo è lento e non dà sintomi: nel momento in cui questi compaiono, significa che la malattia è già in uno stato avanzato.
Quando la placca aterosclerotica diventa troppo spessa, il sangue fa fatica a defluire e può formarsi un coagulo o un trombo che blocca il flusso sanguigno. L’improvvisa ostruzione di un vaso sanguigno provoca l’infarto del miocardio se è localizzata a livello cardiaco oppure l’ictus se è localizzata a livello cerebrale.
I numeri delle malattie cardiovascolari in Italia
Nel corso degli anni, il numero di casi è sensibilmente cresciuto. Si è passati dai 4,2 milioni del 1990 ai circa 5,5 milioni nel 2015, con un sostanziale bilanciamento tra i due sessi. La mortalità però è scesa del 63,7% negli ultimi 40 anni.
A differenza di ciò che si potrebbe pensare, le malattie cardiovascolari fanno più vittime nel sesso femminile, rispetto a quello maschile. Sul totale di decessi, il 43% ha riguardato uomini (103.254), il 57% donne (136.273). Nei maschi le malattie ischemiche del cuore sono state la prima causa di morte sia in ambito cardiovascolare (36% dei decessi), che generale (5,8%). Nelle femmine invece la prima causa di morte sono state le malattie cerebrovascolari (28%).
Nella maggior parte dei casi (94% dei casi) i decessi per cause cardiovascolari hanno riguardato persone con un’età superiore ai 65 anni. La fetta più consistente (85%) erano over 75. Esclusa la Sardegna, le regioni meridionali (in particolare Campania e Sicilia) hanno un tasso di mortalità standardizzato per età più alto del resto del Paese.
In Italia, le malattie cardiovascolari (infarto in primis) sono anche la prima causa di ospedalizzazione. Nel 2016, hanno provocato circa un milione di ricoveri, ovvero il 14,6% del totale.
Fattori di rischio
Le cause che stanno alla base di un problema cardiovascolare sono molteplici. Sono riconosciuti dei fattori di rischio, suddivisi in modificabili (sui quali cioè si può intervenire per ridurre il pericolo di ammalarsi) e non modificabili (per i quali non si può fare nulla).
Fattori di rischio modificabili:
- Fumo: la nicotina accelera il battito cardiaco e il monossido di carbonio riduce la quantità di ossigeno nel sangue e favorisce l’aterosclerosi.
- Ipertensione: la pressione alta fa lavorare di più il cuore e facilita la formazione di placche aterosclerotiche.
- Obesità e sovrappeso: aumentano il rischio di insorgenza di ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, aterosclerosi, ipertrigliceridemia.
- Colesterolemia totale elevata: esistono due tipi di colesterolo, uno “cattivo” (LDL) che è quello che si deposita nelle arterie, e uno “buono” (HDL) che contrasta questo processo. L’ideale è tenere il colesterolo totale sotto i 240 mg/dL e quello LDL sotto i 100 mg/dL.
- Sedentarietà: è direttamente collegata all’aumento di peso e del rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2.
- Diabete: se non viene controllato, incrementa l’aterosclerosi e, di conseguenza, il rischio cardiovascolare.
Fattori di rischio non modificabili:
- età: l’incidenza delle malattie cardiovascolari è direttamente proporzionale all’età. Gli anziani dunque si ammalano di più.
- sesso: il rischio è più alto negli uomini e nelle donne in menopausa.
- genetica/familiarità: alcune mutazioni genetiche hanno un legame con lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Inoltre, il rischio aumenta in chi ha avuto familiari colpiti da eventi cardiovascolari in età giovanile (prima dei 55 anni per gli uomini, prima dei 65 per le donne).
Consigli per prevenire le malattie cardiovascolari
- Smettere di fumare: dopo pochi anni il rischio si riduce notevolmente.
- Curare l’alimentazione: si deve cercare di evitare l’accumulo di colesterolo nel sangue. La dieta deve essere varia, con molta frutta e verdura, cereali, legumi, pesce (in particolare quello azzurro), con poca carne rossa, pochi grassi (soprattutto di origine animale), poco sale (per non favorire l’ipertensione).
- Svolgere attività fisica: ossigena il sangue, aumenta i livelli di colesterolo “buono”, diminuendo quello “cattivo”, fa dimagrire, rafforza il cuore e migliora la circolazione.
- Controllare il peso: l’eccesso ponderale favorisce l’insorgenza di malattie come il diabete o l’ipercolesterolemia, che sono fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
- Verificare pressione arteriosa e colesterolo: non devono mai superare i “livelli di guardia”.
Oltre a questi consigli, una visita specialistica periodica può essere davvero utile. Prenota la tua nell’ambulatorio di Cardiologia di Mya Salute.