La patologia benigna della mammella comprende un ampio gruppo di lesioni rappresentate da anomalie della proliferazione epiteliale, anomalie del parenchima e affezioni infiammatorie. Si manifestano spesso come tumefazioni di nuova insorgenza determinando ansia e preoccupazione nella paziente. Generalmente il dolore è presente solo nelle affezioni infiammatorie.
Le cisti mammarie
Sono strutture a contenuto liquido che originano dall’epitelio del lobulo ghiandolare. Di forma rotonda oppure ovoidale, nella maggior parte dei casi sono rilevabili solo con esami strumentali. A volte possono assumere un volume tale da essere apprezzate alla palpazione.
Spesso sono gli stimoli ormonali a provocare la comparsa o l’aumento di tali formazioni. L’esame clinico (ispezione-palpazione) non consente da solo la diagnosi di certezza, ma con l’ausilio delle metodiche strumentali, specie l’ecografia, non è difficile distinguerle dalle masse solide.
Trattandosi di una lesione assolutamente benigna, solitamente la cisti mammaria non necessita di trattamenti. Nel caso di cisti voluminose che provocano ansia o fastidi nella paziente, si ricorrere all’aspirazione, preferibilmente ecoguidata, del loro contenuto.
Il fibroadenoma (FAD)
È una delle lesioni di più frequente riscontro nella mammella. In genere, è una malattia del periodo riproduttivo con un picco di incidenza tra i 15 e i 30 anni. È una lesione ormono-dipendente. Una correlazione diretta si è riscontrata tra l’insorgenza del FAD e l’uso del contraccettivo orale prima dei 20 anni.
Sia per questa ragione, sia anche per la presenza, di solito, di una minore quota di tessuto ghiandolare in età più avanzata, raramente i fibroadenomi si manifestano dopo la menopausa.
Il fibroadenoma si presenta generalmente sotto forma di nodulo ovale, a superficie liscia, mobile (tende a scappare sotto le dita). La diagnosi si avvale delle metodiche strumentali (ecografia-mammografia). Solo i casi che insorgono in pazienti in età più avanzata o quelli in cui la lesione pone qualche sospetto diagnostico, si ricorre alla biopsia ecoguidata.
Nel caso di fibroadenomi di piccole dimensioni senza tendenza all’aumento volumetrico, si può adottare un atteggiamento di controllo. Nel caso di lesioni che presentano spiccato trend di aumento è indicata l’asportazione chirurgica.
La mastite
È l’ infiammazione di tutto o di una parte del parenchima di una mammella ed è sostenuta da una proliferazione batterica. Il corteo sintomatologico è quello tipico dei processi infiammatori: tumefazione ricoperta da cute arrossata, calda e dolente.
Abitualmente le mastiti si distinguono in puerperali (dovute alla penetrazioni di batteri attraverso il capezzolo durante la suzione del neonato) e in non puerperali, nelle quali la penetrazione batterica può avvenire sempre attraverso il capezzolo o nei casi di ectasia duttale (dilatazione dei dotti galattofori) o tramite piccole soluzioni di continuo della cute mammaria.
La diagnosi è prevalentemente clinica, cioè legata alla visita della paziente. Anche in questo caso per la conferma ci si avvale delle comuni metodiche strumentali, ecografia e mammografia. Raramente è necessaria una biopsia per la diagnosi differenziale con la mastite carcinomatosa.
Nella mastite puerperale la terapia consiste nella sospensione dell’allattamento con somministrazione di farmaci a base di cabergolina e, in tutti i casi, nella somministrazione di antibiotici ad ampio spettro o mirati nel caso di secrezione dal capezzolo (esame colturale con antibiogramma) e di antinfiammatori.
La displasia mammaria
È una affezione benigna del seno che non ha alcuna analogia con il tumore ma che può destare preoccupazione nella donna fino al momento della diagnosi.
Interessa prevalentemente donne di età fra i 30 e i 50 anni. La più comune forma di displasia è la mastopatia fibrocistica. Questa è caratterizzata dalla presenza nel tessuto mammario di zone di fibrosi con possibile riscontro di aree nodulari apprezzabili alla palpazione. Il sintomo più frequente che accompagna tale condizione è il senso di tensione al seno e il dolore accentuati nel periodo premestruale.
Non sono ancora certe le cause di tale quadro. Tuttavia è noto che l’insorgenza è correlata a variazioni dell’equilibrio ormonale, in particolare a cambiamenti del rapporto estro-progestinici a favore degli estrogeni. È più frequente nelle donne che non hanno avuto gravidanze e sono più predisposti i soggetti con irregolarità del ciclo mestruale.
Come per le altre patologie mammarie, la diagnosi si avvale dell’ecografia e della mammografia. Raramente è necessario ricorrere al prelievo bioptico.
Non è necessaria, generalmente una terapia per tale affezione. Nel caso di sintomatologia dolorosa intensa si può assumere un analgesico durante il periodo mestruale. Può essere utile l’applicazione di prodotti topici (gel, creme).
Pur essendo una patologia benigna, la displasia mammaria non deve essere trascurata considerando che essa rende meno facile il riconoscimento di lesioni preneoplastiche o francamente tumorali e richiede un atteggiamento di sorveglianza particolarmente attento.